riconciliazione dei coniugi

Riconciliazione dei coniugi separati legalmente

riconciliazione dei coniugi

La riconciliazione dei coniugi avviene quando i due decidono di tornare insieme dopo la separazione

A volte, anche dopo anni di cause legali e liti furibonde, due ex coniugi magari separati da anni decidono di tornare sui loro passi e di riprendere la convivenza.

A livello giuridico in questo caso si parla di riconciliazione dei coniugi.

Molti si chiedono cosa bisogna fare quando vi è un provvedimento del Tribunale e l’annotazione negli atti dello stato civile riporta l’avvenuta separazione.

In che modo si modifica la cosa a livello burocratico e legale?

La riconciliazione la cui disciplina vigente è contenuta nel codice civile, consiste nel ripristino dell’unione familiare attraverso la ricostituzione non solo della comunione materiale, ma anche di quell’unione spirituale tra i coniugi, che è alla base della convivenza stessa.

Il problema è quello di stabilire in quali casi si può effettivamente parlare di riconciliazione dei coniugi.

Ricominciare ad incontrarsi di frequente, fare un viaggio insieme e per alcuni versi anche tornare a vivere nella medesima abitazione non sono dimostrazioni assolute della volontà di non voler più proseguire la separazione, ma potrebbero configurare anche solo la volontà di conservare un buon rapporto.

Per i giudici è necessario qualche elemento in più per poter parlare di riconciliazione dei coniugi.

Per la Corte di Cassazione la riconciliazione avviene attraverso la ricostituzione del consorzio familiare cioè riprendendo quelle relazioni reciproche, oggettivamente rilevanti che costituiscono la ricomposizione della comunione coniugale di vita.

Per i giudici ultimi “dopo la separazione la giurisprudenza della Corte ritiene che la cessazione degli effetti della separazione si determina a seguito di riconciliazione, che non può consistere nel mero ripristino della situazione precedente, ma nella ricostituzione del consorzio familiare attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita, vale a dire la ripresa di relazioni reciproche, oggettivamente rilevanti”.

Vivere di nuovo sotto lo stesso tetto ma continuare a versare l’assegno per gli alimenti non sarebbe una riconciliazione anzi, per certi versi, si verrebbe a creare una situazione del tutto incompatibile con l’emolumento che è regolato da un provvedimento del giudice.

La riconciliazione dei coniugi riapre questa realtà in siffatta maniera: il rapporto basato sulla solidarietà e sul reciproco obbligo di assistenza, torna ad essere garantito oltre che dalla volontà delle parti dalla norma e non dalla sentenza di separazione che a seguito di ciò cessa di produrre effetti decadendo.

La legge prevede che una nuova separazione possa essere pronunziata soltanto in relazione a fatti e comportamenti nuovi, intervenuti dopo la riconciliazione.

Tale fatto è motivato dal fatto che la riconciliazione implica una seria valutazione della possibilità di ricostituire l’unità familiare sulla base di una rottura accertata ed è necessario far conseguire a tale decisione la irrilevanza di tutto il pregresso e manifestare, ai fini di un’ulteriore sentenza di separazione, che la stessa derivi da comportamenti ed eventi successivi alla riconciliazione.