Stalking: cosa fare quando il convivente è stalker

stalking

Tutele previste dalla legge nel caso di condotte persecutorie da parte del convivente

Stalking: che cos’è

Stalking è un termine inglese usato per indicare tutta una serie di comportamenti e atteggiamenti di stampo persecutorio da parte di un individuo ai danni di un altro, che creano stati di ansia e paura costante tali da impedire lo svolgimento normale della vita quotidiana.

Il termine stalking configura anche un reato, individuato recentemente proprio per punire l’atteggiamento persecutorio ed ossessionante di una persona ai danni di un’altra. Sono state introdotte alcune aggravanti a tutela delle donne, tipicamente le più interessate da questo genere di reato.

L’aggravante scatta quando

  • Il fatto è consumato ai danni del coniuge (anche se divorziato o separato) e del partner, convivente o meno
  • Vengono commessi maltrattamenti (violenze o atti persecutori) su donne incinte
  • La violenza è commessa in presenza di minori di 18 anni

La tutela viene quindi accordata, in questo caso alla donna, indipendentemente dalla presenza o meno di legame matrimoniale: alla base del reato e dell’aggravante c’è la relazione affettiva, che si configura con o senza convivenza.

Lo stalker: chi è

Lo stalker è colui che in modo deliberato e continuativo pone in essere atteggiamenti persecutori, invadenti e violenti ai danni del/della partner, con mezzi come telefonate, messaggi, lettere, pedinamenti, visite ossessive a casa o sul posto di lavoro.

Il comportamento di stalking è caratterizzato da tre elementi principali:

  • Lo stalker agisce nei confronti di una persona legata a lui da un rapporto affettivo o da una relazione che può essere reale o immaginata
  • La condotta dello stalker si basa su contatti e comunicazioni caratterizzati da intrusività, insistenza e ripetizione
  • La vittima dello stalker finisce per vivere in uno stato continuo di allerta, emergenza e stress psicologico

Affinché possa configurarsi il reato di stalking, è necessario che lo stalker dimostri di mettere in atto volontariamente i comportamenti persecutori e di comprenderli. La condotta deve essere reiterata nel tempo e comportare nella vittima uno stato di ansia generalizzata.

Come procedere contro il convivente stalker

Il reato di stalking deve essere denunciato della persona offesa, che ha sei mesi di tempo a disposizione per la querela dopo l’ultimo della serie di atti che costituiscono la querela. Esiste anche la possibilità che l’autorità giudiziaria si attivi d’ufficio, in alcuni casi specifici:

  • Reato commesso ai danni di un minorenne o di un disabile
  • Il soggetto in questione sia già stato ammonito in precedenza per le stesse condotte

La pena viene aggravata nel caso in cui:

  • Il fatto è commesso dal coniuge, anche se separato o divorziato
  • Il fatto è commesso dal convivente o da persona comunque legata in presente o in passato da relazione affettiva alla vittima
  • Il fatto è commesso con l’uso strumenti informatici
  • Il reato è commesso ai danni di minore, disabile o donna incinta
  • Il reato è commesso con armi o da una persona che si è resa irriconoscibile